Il rinnovo dello showroom Relù doveva essere inizialmente un semplice restyling. Si è poi trasformato in un complesso e ambizioso progetto di riorganizzazione degli ambienti. In un momento storico così complicato la Famiglia Lupetti ha fatto una scelta coraggiosa: dare un nuovo volto allo showroom e puntare ancora di più sull’eccellenza.
Abbiamo chiesto all’Architetto Barbara Gori, che insieme a Lorella Grassi (Responsabile dello showroom) si è occupata di riprogettare gli spazi espositivi, di raccontarci cosa rende unico questo progetto. Qui trovi il suo appassionante racconto.
Quali sono le sfide progettuali più interessanti che ha dovuto affrontare per la creazione del nuovo showroom Relù?
Non mi ero mai dedicata alla progettazione di una sala mostra come quella di Relù quindi per me la sfida è stata proprio il progetto in sé. In passato mi sono dedicata alla progettazione di altre tipologie di spazi espositivi, ho collaborato ad esempio con il Comune di Pisa per la progettazione del Museo SMS (Centro Espositivo Museale di San Michele degli Scalzi) ma non mi ero mai occupata di showroom commerciali.
Nel caso del Museo SMS abbiamo creato degli spazi espositivi vuoti che poi sarebbero stati allestiti con delle mostre temporanee ed in parte modificati all’occorrenza. Nel caso dello showroom Relù invece abbiamo dovuto creare uno spazio espositivo di carattere commerciale, completo di prodotti, che avesse al contempo un’estetica evocativa ed emozionale.
Poi, oltre alla sfida posta dall’organizzazione degli spazi, c’è stata anche quella del progetto di illuminazione che abbiamo realizzato in collaborazione con Alessandro Matteucci di Comet MariniPandolfi. Più nello specifico, abbiamo riprogettato il sistema di illuminazione scegliendo elementi meno impattanti rispetto a quelli precedenti, con linee più minimali e che soprattutto avessero un’eccellente resa cromatica. Nello showroom c’è poca luce naturale perciò è di fondamentale importanza che le luci artificiali riescano a valorizzare al meglio, nel modo più naturale possibile, tonalità, sfumature, texture e dettagli materici dei prodotti esposti. Per questo, oltre ai corpi illuminanti, abbiamo studiato la temperatura di colore della luce e scelto quella, dopo varie prove sul posto, con la resa cromatica migliore per il nostro contesto.
Può parlarci del concept che ha ispirato e guidato il progetto?
Il fil rouge del progetto è stato senza dubbio la bellezza: lo spazio espositivo doveva essere funzionale per il visitatore, ma soprattutto sorprendente ed esteticamente accattivante, in modo da poter offrire un’esperienza immersiva. Il concept progettuale è stato poi arricchito da un’attenta scelta dei prodotti, organizzati ed esposti a partire dall’interpretazione che volevamo darne in termini di estetica e stile.
Quali sono per lei i tratti distintivi del nuovo showroom? Che tipo di esperienza viene offerta al visitatore?
L’idea che sta alla base della nuova sala mostra è che può essere scoperta dal visitatore passo dopo passo, in un percorso sorprendente ed emozionale. La struttura originaria basata su due corridoi distinti e paralleli non consentiva di apprezzare a pieno l’ampia area espositiva e limitava fortemente sia le sue potenzialità sia la lettura dello spazio. Abbiamo quindi eliminato alcuni tramezzi in cartongesso per sfruttare al massimo l’ampiezza dell’ambiente, creato dei punti di riferimento per facilitare la visita della mostra e realizzato allestimenti studiati in ogni dettaglio per fornire ai clienti tutte le informazioni necessarie sui prodotti e i materiali usati.
Abbiamo vissuto e viviamo tuttora un periodo molto difficile. Colpisce perciò ancor di più la scelta della famiglia Lupetti di intraprendere e portare a termine un progetto così ambizioso che punta prima di tutto sull’eccellenza. Lei cosa ne pensa? Può parlarci del suo rapporto con la committenza e poi del percorso intrapreso con Lorella Grassi, la Responsabile dello showroom?
La famiglia Lupetti ha dimostrato grande coraggio nell’investire in un progetto di questa portata in un momento storico così incerto. Sicuramente sfruttare la chiusura forzata per rinnovarsi e puntare ancora di più sull’eccellenza è stata una decisione molto lungimirante.
Per quanto mi riguarda ho apprezzato molto la fiducia che hanno riposto in me e nel nostro progetto. In un primo momento avevano deciso di fare solo un intervento di restyling di cui avrebbe dovuto occuparsi Lorella. Poi, a causa del lockdown, Lorella si è ritrovata a dover lavorare al progetto in smart working da casa, senza avere gli strumenti necessari per farlo. Io e Lorella siamo amiche, poiché si trovava in difficoltà si è rivolta a me e io le ho fornito il mio supporto tecnico e materiale per darle la possibilità di disegnare il progetto dello showroom. Da lì è nata pian piano una stretta collaborazione che ha trasformato un semplice restyling in un progetto molto più ampio.
Alla fine abbiamo ripensato totalmente la distribuzione dei circa 500 mq di area espositiva, progettato un nuovo sistema di illuminazione e nuovi allestimenti. E la famiglia Lupetti ha sempre approvato le nostre proposte con entusiasmo, fiducia e spirito di collaborazione.
Perché un professionista dovrebbe rivolgersi a Relù? Quali sono a suo avviso i valori aggiunti offerti dal nuovo showroom e dal team Relù ad architetti e designer?
Lo showroom offre diversi livelli di lettura. Un professionista può approfondire la conoscenza dei prodotti in esposizione e trovare quelli perfetti per i propri progetti grazie ai materiali informativi e alla campionatura di accostamenti che si possono fare direttamente in sala mostra.
In più il team Relù ha una conoscenza approfondita di brand che producono prodotti tecnici di altissimo prestigio con un’ampia varietà di dimensioni, colori e texture. Questa tipologia di prodotti consente ad un professionista di avere un altissimo livello di personalizzazione per i suoi progetti.
Nel nuovo showroom ha trovato spazio anche l’arte con un’installazione posizionata all’ingresso e l’intenzione di ospitare in sala mostra nel prossimo futuro opere di artisti, architetti e designer. Quali sono state le fonti di ispirazione per queste scelte stilistiche?
L’installazione all’ingresso è rimasta incerta fino alla fine, era partita come un allestimento che riproponesse uno spazio esterno, si è invece trasformata dopo tantissimi confronti in uno spazio dedicato all’arte. lo e Lorella siamo molto affini e il nostro lavoro insieme ci ha portato a concepire un’installazione che rappresenti il concetto di spazio urbano, spazio costruito e la nostra idea di bellezza.
Abbiamo poi pensato di offrire ad artisti, architetti e designer l’opportunità di esporre in sala mostra installazioni, progetti legati all’architettura o al design o opere d’arte; questo non solo per ottenere visibilità, ma anche per confrontarsi con altri professionisti del settore per cui, situazione pandemia permettendo, ci piacerebbe organizzare eventi che sono sempre occasioni di scambio e speriamo di arricchimento culturale.